Il paese, grosso centro barbaricino di circa 8000 abitanti, si espande alle falde delle maestose montagne calcaree del Corrasi, definite le "Dolomiti Sarde" per il profilo tutto guglie e pareti a strapiombo e per le fantastiche colorazioni che assumono nelle diverse ore del giorno.
La natura calcarea del complesso montano ha dato origine ad imponenti fenomeni carsici, di cui le sorgenti di "Su Gologone" e le grotte di "Sa Ohe" e "Su Ventu", sono le più spettacolari testimonianze.
Sotto le pareti rocciose, aspre e brulle, si stende una cupa e intensa fascia di boschi di lecci che contrasta con le verdi vallate di "Guthiddai" e "Dule" tappezzate di vigneti cui fanno da contorno le ampie distese collinari di mandorli e ulivi.
Le vaste zone coltivate, occupano una superficie di circa 8 mila ettari su un totale di 16 mila ettari dell'intero territorio.
Oliena
La località era già frequentata in periodo nuragico, come risulta da alcuni reperti rinvenuti nell'abitato.
Dagli antichi documenti Oliena risulta appartenere al Giudicato di Gallura e alla Curatoria di Posada.
Successivamente fu occupata dal Giudicato di Arborea alla fine del XV secolo seguì la sorte di tutti gli altri paesi della Sardegna , interamente sottomessi al dominio spagnolo.
Il territorio di Oliena fu in seguito assegnato alla Contea di Quirra.
Nel XVII sec. vi si stabilirono i Gesuiti, che diedero impulso a diverse attività ed iniziarono alcune costruzioni ( il Collegio e la chiesa Parrocchiale ) delle quali ancora oggi si può ammirare la sobria architettura.
Tra il XII e il XIV sec. , quando Oliena si trovava sotto il dominio pisano, fu costruita la chiesa di Santa Maria, allora fuori dell'abitato, oggi incorporata nel centro del paese.
Oliena ha esercitato da sempre sul turista che arriva un fascino particolare, da una parte per le emergenze architettoniche, per il complesso urbano di notevole pregio storico-ambientale, e dall'altra per il rapporto equilibrato tra architettura e paesaggio.
Ogni angolo del paese presenta degli scorci suggestivi dove, anche la più modesta delle costruzioni, si inserisce sullo sfondo di un ineguagliabile scenario montano.
L'agglomerato urbano è armonizzato con l'ambiente circostante, sia che lo si ammiri dalle pendici del Corrasi, oppure dai costoni e terrazze dell'Ortobene.
Scovando poi nelle case e negli angoli nascosti dell'abitato si leggono testimonianze di quella che è stata per secoli la vita comunitaria e le case sono documenti storici non meno eloquenti di quelli scritti.
Le emergenze architettoniche sono costituite da esempi di architettura sacra, raggiungendo la maggiore espressione e significatività nelle tredici chiese disseminate in ogni angolo del paese e nella campagna, restando la chiesa primaziale di Sant'Ignazio del XVII del XVII secolo, e la chiesa di Santa Maria e Santa Croce, del XIII secolo, le espressioni più significative.
Approfondimenti:
Le feste
Artigianato e Gastronomia
Archeologia
La montagna